Un gruppo di 50 ragazzi di un’Istituto Agrario di Firenze si impegna in una cooperativa scolastica scoprendo partecipazione, democrazia, solidarietà e attenzione all’ambiente.
Di Laura Bongiovanni
Ortisti per caso è una Cooperativa Scolastica nata presso un Istituto Tecnico Agrario di Firenze. La Biennale della Prossimità ha intervistato Marco Salvaterra, un insegnante che a titolo volontario si è impegnato in questa iniziativa.
Il tutto ha preso avvio nella primavera del 2016, quando alcuni ragazzi hanno chiesto di essere guidati in un’attività pratica da svolgere il pomeriggio nell’ambito dell’alternanza scuola lavoro. La cooperativa si occupa della coltivazione e della commercializzazione degli ortaggi; i ragazzi hanno infatti deciso di vendere cassette miste di verdure in occasione particolari (colloqui scolastici, feste, open day). L’esperienza è stata così positiva che, all’inizio dell’anno scolastico 2016/17, è stata strutturata in modo più definito, anche appoggiandosi ad un progetto di impresa simulata promosso da alcuni anni nell’Istituto da Confcooperative Toscana. Questa iniziativa coinvolge circa 50 ragazzi, affiancati da 5 insegnanti che operano nel progetto a titolo volontario.
Cooperazione, democrazia, partecipazione. La scelta di simulare una forma di impresa cooperativa non è stata casuale: i promotori hanno ritenuto che si trattasse della di quella che meglio interpretava il valore dell’iniziativa realizzata; gli studenti hanno preso con favore questa idea e hanno deciso che gli utili sarebbero stati messi in un fondo per aiutare le famiglie in difficoltà a sostenere le spese per i viaggi d’istruzione. Sono gli studenti che fanno tutto ed è l’assemblea dei soci (i 50 studenti coinvolti nell’attività) che prende le decisioni, assegna le cariche sociali, e i compiti e responsabilità. Sono previste assemblee mensili in cui l’Ordine del giorno è definito durante gli incontri operativi settimanali. Aspetto molto importante dell’esperienza è stata anche la socializzazione: i rapporti tra gli studenti e gli insegnanti si sono consolidati e il gruppo è diventato sempre più coeso.
Leadership. Ortisti per caso può contare su due livelli di leadership. C’è una leadership verticistica legata al fatto che sia una progetto scolastico, dove gli insegnanti hanno un ruolo di controllo e di “consulenza”, e c’è una leadership assolutamente orizzontale nella gestione dell’Impresa simulata che in tutto e per tutto è gestita come una cooperativa in cui l’assemblea è organo decisionale, in cui ci si riunisce mensilmente per programmare sempre tramite assemblea le attività da svolgere, in cui i ruoli e gli incarichi sono scelti sulla base delle candidature volontarie votate dall’assemblea.
Impegno e solidarietà. Ogni anno la cooperativa rinasce con un nuovo gruppo di studenti e ogni anno si ragiona sullo statuto e sugli obiettivi. I ragazzi sono i veri protagonisti del progetto; Ortisti per caso è un esempio di come l’alternanza scuola lavoro possa essere d’aiuto perché fatta in questo modo non si limita a mandare “fuori” i ragazzi ma a dargli responsabilità, a formarli impegnandoli in un’attività che richiama il lavoro, proponendo la cooperativa come modello, con tutti i valori che stanno dentro alla scelta di questa tipologia di impresa, tra cui quello della solidarietà con i propri compagni che hanno difficoltà a sostenere i costi delle gite scolastiche. Si tratta di un progetto in cui l’attivazione di ragazzi, insegnanti e di altri soggetti e quindi la generatività sono fondamentali e il progetto che potrà sopravvivere solo nella misura in cui sarà in grado di attrarre nuovi studenti e volontari tra i genitori e gli insegnanti.
Visibilità. Il modo in cui questa esperienza si sta evolvendo sta dando molte soddisfazioni ai ragazzi che partecipano e sta via via coinvolgendo sempre di più gli studenti ma anche altri soggetti del territorio. I ragazzi vanno a visitare imprese agricole e hanno avuto molta visibilità per aver vinto un bando di Confcooperative. Hanno parlato di Ortisti per caso anche sul Corriere della Sera e su numerosi media online (Huffington Post, Rivista di Agraria, Vita e molti altri).
Per una cultura di rispetto dell’ambiente. I ragazzi stanno sperimentando nuove forme di coltivazione e hanno deciso di dedicarsi e di produrre solo con tecniche di coltivazione biologica e sinergica. Inoltre, hanno deciso di produrre varietà autoctone come lo zucchino costoluto fiorentino, la melanzana violetta, il cece piccolo e altre.
Formare i cittadini di domani. Sarà importante inoltre capire come i partecipanti di oggi sapranno far tesoro in futuro di questa esperienza, come influirà sulle loro future scelte lavorative e personali. La proposta di un modello come quello della cooperativa ha già un valore di per sé, così come la scelta di privilegiare un certo tipo di tecniche di coltivazioni e di specie da coltivare e la finalizzazione delle risorse ad una finalità sociale: tutte scelte che possono orientare i ragazzi nel loro futuro percorso di vita.
Criticità. Si tratta di una iniziativa che richiede tanto tempo a disposizione e tanto impegno. Serve entusiasmo e capacità di sacrificio. Si tratta di far sopravvivere un’impresa quindi tutti devono dare una mano. A volte si fa fatica a conciliare i tempi e gli impegni sia dei volontari che degli studenti.
Sostenibilità. Rispetto alla sostenibilità, va tenuto presente che ad oggi non si tratta di un’attività economica vera e propria ma solo di un’impresa simulata e quindi non ci si confronta con la remunerazione di chi lavora e questo consente di fare utili e di generare il fondo per le gite scolastiche. Però, vista la qualità dei prodotti, è anche possibile avviare una riflessione sulla possibilità che questo modello possa sostenersi anche fuori dal contesto protetto dell’impresa simulata non possa stare in piedi.
Riproducibilità. Quanto fatto a Firenze è di per sé riproducibile in molti contesti scolastici. Sono necessarie alcune condizioni formali: in ambito agricolo è importante la presenza di un’azienda agricola che possa fatturare, cosa che nel caso specifico avviene grazie al fatto che la scuola ha un’azienda agricola. Esperienze simili potrebbero comunque nascere anche in contesti diversi, si pensi ad esempio agli istituti alberghieri. In ogni caso, l’esperienza delle cooperative scolastiche entro percorsi di impresa simulata è abbastanza diffusa in Italia e l’impresa simulata è forse il modo migliore per valorizzare l’alternanza scuola lavoro, motivo per cui è legittimo sperare che un’iniziativa come quella di Firenze possa fare da traino anche rispetto ad altri territori.
Replicabilità. Con uno sguardo più ampio, va notato che meccanismi analoghi (impresa simulata, modello cooperativo, produzione e vendita di prodotti agricoli, utilizzo degli utili per finalità solidaristiche o di interesse generale) potrebbero essere proposti anche in altri contesti, come, nell’opinione dei promotori dell’iniziativa di Firenze, quello del carcere.
Per saperne di più
- I materiali sul sito dell’Istituto Agrario Firenze
- La pagina Facebook del progetto
- Ortisti per caso su Instagram
- le molte pagine web dedicate al progetto