Testi a cura di Giovanni Devastato letti ed interpretati da Anna Guglielmi, Marco Lenci, Assunta Mammato.
Immaginate di incontrare Guido Calogero che ci parla di democrazia, che non è solo evitare di usare bastoni contro l’avversario, ma anche e ancor prima ascoltarlo. E poi di intrattenerci con due donne siciliane che hanno conosciuto da vicino Danilo Dolci, accompagnandolo nelle sue battaglie per una Sicilia diversa. Aldo Capitini ci racconta la sua vicenda, due terzi di secolo per costruire la democrazia come potere di tutti fino alla Marcia per la Pace che dal 1961 ad oggi si snoda tra Perugia ed Assisi. E infine Miriam, che dal futuro intervista Adriano Olivetti, forse nato un secolo troppo presto per essere compreso fino in fondo.
Uomini che non trionfarono mai, ma che non furono mai vinti! Uomini che da un’Italia anni cinquanta portano con sé parole e messaggi di straordinaria attualità. Persone da rammemorare, che non è solo ricordare o rievocare: rammemorarli, per portare alla luce le potenzialità inespresse che
attendono ancora di essere realizzate.
Se poi si rammemora insieme, collettivamente, grazie a questa forma inedita di teatro civile, allora lo sguardo sul passato diventa guida per un dibattito pubblico sul futuro: tocca a noi far rinascere le speranze e le attese insoddisfatte delle passate generazioni dando così senso alla nostra vita!
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” Con questo evento vogliamo raccontare la storia di alcuni dei protagonisti di una biografia alla rovescia dell’Italia nel corso del Novecento, non più il “secolo breve” delle dittature, delle atrocità indicibili, dei conflitti bellici, dei sommersi e dei salvati, ma una narrazione alternativa alla storia ufficiale, quella di “un’altra Italia”, l’Italia civile e fedele, della speranza ostinata, dell’impegno etico e
politico, dell’intransigenza morale, delle energie morali ed intellettuali; una biografia collettiva dell’impegno sociale, un’epica comunitaria. I personaggi che incontreremo non sono, in senso stretto, operatori sociali, ma più in generale si tratta di donne e uomini coinvolti nell’azione collettiva animati da forte passione civile e dominati dall’abitudine all’azione, in cui il pensare e l’agire sono saldamente intrecciati perché ben sapevano che il pensiero senza l’azione è sterile e l’azione senza il pensiero è cieca. Sono maestri irregolari ed esigenti, minoranze etiche ed «eretiche» che educano il nostro sguardo a vedere ciò che va visto e ad agire secondo una prospettiva di cambiamento.“
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Da Altronovecento: Miriam, giovane studentessa venuta dal futuro, intervista Adriano Olivetti che le ha dato appuntamento, il 27 febbraio 1960, su un treno in partenza dalla stazione centrale di Milano. Dopo una memorabile intervista, l’Ingegnere si assopisce, rimanendo nel dubbio di essere nato “un secolo troppo presto o un secolo troppo tardi”. Miriam, prima di scendere, gli dedica alcune parole…
Altronovecento è uno reading di teatro civile tratto dal libro “Lavoro sociale e azioni di comunità” di Giovanni Devastato, edizioni Maggioli, che nella seconda sezione raccoglie frammenti, testimonianze e note biografiche dei padri nobili del pensiero di comunità.