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Programma generale

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Giovedì 3 ottobre

Venerdì 4 ottobre

Sabato 5 ottobre

I principali luoghi della Biennale di Napoli

Fai click sul nome dei luoghi per ottenere l’indirizzo

 

Trianon Viviani – teatro della Canzone napoletana: luogo di apertura e chiusura della Biennale;

Albergo dei Poveri: carico del suo alto valore simbolico, questo luogo sarà il centro delle sessioni e attività delle tre giornate; 

Officine Gomitoli: luogo di intreccio e confronto che ha accolto la Biennale già dalle prime fasi dell’edizione napoletana. 

Centro Salesiani Don Bosco: luogo aperto al territorio e alla crescita dei giovani ospiterà alcuni degli appuntamenti della Biennale

Programma dettagliato

LEGENDA DEI COLORI

Il programma sotto esposto potrebbe subire alcune variazioni secondarie, si consiglia di controllare nei giorni immediatamente precedenti all’evento.

Giovedì 3 ottobre – 12.00 – 13.30

Plenaria di apertura

Giovedì 3 ottobre – 15.00 – 16.45

L’Osservatorio sulla prossimità in Italia e le pratiche, che nella IV° edizione della ricerca sono raccontate, si confrotnano con i partecipanti sulle sfide della Prossimità, sul loro valore pubblico, sugli impatti che realizzano. Un dialogo che vuol contribuire a sviluppare una riflessione operativa e dialettica verso ecosistemi di prossimità prossimi e legittimati da chi li anima, dal Pubblico e dalla comunità che partecipa sempre più consapevole degli impatti generati.

Hanno collaborato – L’Osservatorio sulla prossimità

Intervengono – Carlo Andorlini e Laura Bongiovanni

Partecipani tra gli altri alla discussione:

L’abitare dovrebbe essere al centro delle politiche pubbliche, sia a livello nazionale che europeo. Tuttavia, emergenze abitative e costi elevati continuano a rappresentare una sfida significativa, penalizzando in particolare le persone più vulnerabili, comprese quelle in difficoltà economica. Recentemente, il disastro delle vele a Scampia ha messo in evidenza i pericoli legati alla mancanza di soluzioni abitative adeguate. In questo contesto, l’economia sociale può svolgere un ruolo cruciale, intervenendo con un confronto di esperienze e buone pratiche per fornire soluzioni innovative e sostenibili.

Le esperienze che verranno presentate sono esempi di come il valore della prossimità sia stato l’elemento generatore di relazioni e legami sociali. Tre esperienze di tre territori diversi; pratiche agite che hanno dato prova di un intervento con al centro la persona e il suo contesto di vita, nelle quali si sono intrecciati e contaminati interventi agiti sia da operatori professionali sia da volontari; pratiche che hanno avuto e saputo agire sul protagonismo delle rispettive comunità per andare verso una comunità capace di prendersi cura di tutte le persone che l’abitano. Il panel prevede una brevissima illustrazione delle tre esperienze (Napoli, Reggio Calabria, Torino) per poi lasciare la scena ai partecipanti che saranno accompagnati in una sorta di laboratorio. Uno spazio sia per un confronto collettivo, ma anche per costruire una tela e un testo per lasciare alcune tracce di come la prossimità può essere intesa sia come pratica di scambio paritario sia di cura.

Hanno collaborato all’organizzazione La Bottega del Possibile (Torre Pellice, TO), Cooperativa Res Omnia (Reggio Calabria), Gruppo Volontari Vincenziani, Napoli.

La diversità è un’opportunità di conoscenza e relazione, che attraverso la creazione e rigenerazione di materiali si trasforma in scoperta dell’altro, espressa attraverso musica, arte, narrazione e gioco.

Il tema della prossimità, declinato in relazione al tema della rigenerazione di luoghi e relazioni, passa attraverso una maggiore consapevolezza delle sovrastrutture mentali e culturali che sottendono l’azione del guardare. Osservare senza pregiudizi, allenare la capacità di meravigliarsi, condividere la quotidianità delle abitudini, condividere e raccontare storie, sono solo alcune delle modalità con le quali è possibile esplorare il potenziale della fotografia come pratica di prossimità.

Quali sono i confini di una città? Come rappresentare le città dal punto di vista di chi sta cercando di abitarle? Attraverso il disegno di una mappa, i migranti sono invitati a rappresentare la propria relazione con la città. Il progetto I MIGRANTI MAPPANO L’EUROPA si propone di riscrivere, attraverso lo sguardo e il segno dell’altro, tutte le città attraversate dai migranti, al fine di costruire una mappa europea del presente che porti alla luce il significato e le forme del primo approdo.

GUARDA IL VIDEO

Esposizione delle opere realizzate dagli studenti e dalle studentesse delle scuole della Campania nell’ambito del concorso “Parentele inaspettate”. Le pratiche di prossimità si nutrono dall’incontro con l’altro nella dimensione del ‘noi’, per contaminarsi con storie ed esperienze diverse e talvolta per ribaltare il proprio modo di agire, capace di promuovere un nuovo concetto di generatività, di parentela per ricucire quel capitale umano che resta risorsa disponibile come “bene comune della collettività”. Come ci prendiamo cura del paziente lavoro di tessitura (e ri-tessitura) delle relazioni tra le persone e tra le comunità e i territori che abitano? Come prendersi cura e promuovere le pratiche di sconfinamento dalle proprie consuetudini?

Il gruppo Linguaggi Artistici della Biennale di Prossimità 2024 propone per le tre giornate di eventi a Napoli il progetto-laboratorio di arte pubblica “Glossario della Prossimità”, che prevede il coinvolgimento spontaneo del pubblico alla realizzazione di poster da appendere all’interno dell’Albergo dei Poveri al fine di aprire uno scambio con chi ha fatto esperienza della Biennale e chi abita e attraversa le zone della città interessate dall’evento. L’azione di scambio e condivisione prevede la raccolta e la scrittura di parole, espressioni o pensieri sui molteplici aspetti di prossimità, accoglienza e reciprocità, con l’ambiente circostante, con l’altr* da sé, con la città, attivando concetti che offrono la possibilità di ripensare le nostre forme dell’abitare e di porci in relazione.

All’ingresso dell’Albergo dei Poveri sarà allestito un banchetto di “raccolta e scambio” delle parole sul tema, che saranno trascritte su poster diffusi negli spazi e nelle strutture a loro predisposte, per una continua rimodulazione di significati sul senso di vivere e far vivere i luoghi e le relazioni di prossimità.

Hanno collaborato all’organizzazione Dedalus – cooperativa sociale / Fondazione Morra Greco / sottospazio / CUT – Circuito Urbano Temporaneo / Spazi Altri / Pontinpietra Academy

Itinere (in corso, in via di svolgimento) nasce con l’intenzione di lavorare sul concetto di prossimità come possibilità di trasformare un luogo in spazio.

L’attività si propone come una camminata “libera” all’interno di un ambiente circoscritto, il triangolo tra i luoghi della biennale, in cui il fruitore ha la possibilità di creare il proprio percorso fatto di suggestioni ed emozioni attraverso proposte e interazioni con il territorio e i suoi abitanti.

Archivi domestici nasce con l’intenzione di lavorare sul concetto di prossimità come memoria ovvero opportunità per intessere legami di senso tra il territorio di riferimento, gli abitanti nel loro vivere quotidiano e la comunità.

A tale scopo sarà realizzato un punto fisico gratuito di ascolto e raccolta materiali da archiviare durante i 3 giorni della biennale con un’azione finale collettiva partendo dall’archivio formatosi in precedenza.

Giovedì 3 ottobre – 17.15 – 19.00

L’economia dovrebbe contribuire a creare una società giusta, inclusiva e sostenibile. Le leggi dell’economia che hanno dettato l’agenda politica e il libero mercato non hanno portato vantaggi a tutti. Soprattutto le aree “a scarso interesse economico”, oltre della retorica della bellezza dei piccoli borghi, hanno subito depauperamento umano economico e sociale. Un’economia basata sulle relazioni tra le persone, le imprese, le istituzioni è un modello di neo-mutualismo più che mai attuale e attuabile.

Hanno collaborato all’organizzazione Legacoopsociali, CNCA e Idee in Rete

La rete RESPIRO unisce esperienze di sei regioni italiane per ricostruire legami di prossimità intorno ai ragazzi che, a seguito di crimini domestici, si trovano privi di legami familiari.

Introduce a nome della Rete RESPIRO Fedele Salvatore e la giornalista Amalia De Simone conduce la discussione con la presenza di esperienze da diverse regioni:

  1. La prossimità in emergenza (Marvita Goffredo, progetto Sirio – Bari)
  2. Strumenti di prossimità: Doti educative e protocolli onerosi (Stefania Rossetti – Save the Children)
  3. Quando la rete di prossimità funzione. Una storia (Antonello Arculeo, CentrofamigliE – Catania)
  4. Il difficile rapporto col padre in carcere (Maria Domenica Cozzolino, coop. Irene ’95 – Marigliano)

L’esperienza dei Ludobus, veicoli itineranti che portano giochi e attività ludiche nei contesti urbani, fa del gioco un mezzo di prossimità. Il gioco diventa così un metodo per creare socialità, educazione e benessere per i ragazzi e le loro famiglie.

Lo spettacolo è incentrato sul diario autobiografico di Claudio Foschini “In nome del popolo italiano. Storia di una malavita” (Ed. Il Mulino), detenuto e malavitoso romano che ha scritto le sue memorie in carcere.

Inaugurazione della mostra che sarà visitabile per tutta la durata dell’evento Biennale. 

Quali sono i confini di una città? Come rappresentare le città dal punto di vista di chi sta cercando di abitarle? Attraverso il disegno di una mappa, i migranti sono invitati a rappresentare la propria relazione con la città. Il progetto I MIGRANTI MAPPANO L’EUROPA si propone di riscrivere, attraverso lo sguardo e il segno dell’altro, tutte le città attraversate dai migranti, al fine di costruire una mappa europea del presente che porti alla luce il significato e le forme del primo approdo.

Ha collaborato – Dedalus Cooperativa Sociale

Intervengono  

  • Elena de Filippo, Presidente Dedalus Cooperativa Sociale
  • Carlo Andorlini, docente di Disegno e gestione dei servizi sociali – Università di Firenze
  • Marco Berbaldi, presidente Associazione Consorzio Communitas Gilda Berruti, docente di Urbanistica – Università degli Studi di Napoli Federico
  • II Mariola Grodzka, coordinatrice Area Mediazione culturale – Dedalus Cooperativa Sociale
  • Nausicaa Pezzoni, docente di Urban Planning – Politecnico di Milano
  • Mario Spada, Presidente Biennale dello spazio pubblico

Partecipano tar gli altri alla discussione alcune delle autrici delle mappe di Napoli, protagoniste del laboratorio “Pensare la città. Intessere relazioni” realizzato presso le Officine Gomitoli nel 2022 e nel 2023.

Quali sono i confini di una città? Come rappresentare le città dal punto di vista di chi sta cercando di abitarle? Attraverso il disegno di una mappa, i migranti sono invitati a rappresentare la propria relazione con la città. Il progetto I MIGRANTI MAPPANO L’EUROPA si propone di riscrivere, attraverso lo sguardo e il segno dell’altro, tutte le città attraversate dai migranti, al fine di costruire una mappa europea del presente che porti alla luce il significato e le forme del primo approdo.

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Esposizione delle opere realizzate dagli studenti e dalle studentesse delle scuole della Campania nell’ambito del concorso “Parentele inaspettate”. Le pratiche di prossimità si nutrono dall’incontro con l’altro nella dimensione del ‘noi’, per contaminarsi con storie ed esperienze diverse e talvolta per ribaltare il proprio modo di agire, capace di promuovere un nuovo concetto di generatività, di parentela per ricucire quel capitale umano che resta risorsa disponibile come “bene comune della collettività”. Come ci prendiamo cura del paziente lavoro di tessitura (e ri-tessitura) delle relazioni tra le persone e tra le comunità e i territori che abitano? Come prendersi cura e promuovere le pratiche di sconfinamento dalle proprie consuetudini?

Il gruppo Linguaggi Artistici della Biennale di Prossimità 2024 propone per le tre giornate di eventi a Napoli il progetto-laboratorio di arte pubblica “Glossario della Prossimità”, che prevede il coinvolgimento spontaneo del pubblico alla realizzazione di poster da appendere all’interno dell’Albergo dei Poveri al fine di aprire uno scambio con chi ha fatto esperienza della Biennale e chi abita e attraversa le zone della città interessate dall’evento. L’azione di scambio e condivisione prevede la raccolta e la scrittura di parole, espressioni o pensieri sui molteplici aspetti di prossimità, accoglienza e reciprocità, con l’ambiente circostante, con l’altr* da sé, con la città, attivando concetti che offrono la possibilità di ripensare le nostre forme dell’abitare e di porci in relazione.

All’ingresso dell’Albergo dei Poveri sarà allestito un banchetto di “raccolta e scambio” delle parole sul tema, che saranno trascritte su poster diffusi negli spazi e nelle strutture a loro predisposte, per una continua rimodulazione di significati sul senso di vivere e far vivere i luoghi e le relazioni di prossimità.

Hanno collaborato all’organizzazione Dedalus – cooperativa sociale / Fondazione Morra Greco / sottospazio / CUT – Circuito Urbano Temporaneo / Spazi Altri / Pontinpietra Academy

Itinere (in corso, in via di svolgimento) nasce con l’intenzione di lavorare sul concetto di prossimità come possibilità di trasformare un luogo in spazio.

L’attività si propone come una camminata “libera” all’interno di un ambiente circoscritto, il triangolo tra i luoghi della biennale, in cui il fruitore ha la possibilità di creare il proprio percorso fatto di suggestioni ed emozioni attraverso proposte e interazioni con il territorio e i suoi abitanti.

Archivi domestici nasce con l’intenzione di lavorare sul concetto di prossimità come memoria ovvero opportunità per intessere legami di senso tra il territorio di riferimento, gli abitanti nel loro vivere quotidiano e la comunità.

A tale scopo sarà realizzato un punto fisico gratuito di ascolto e raccolta materiali da archiviare durante i 3 giorni della biennale con un’azione finale collettiva partendo dall’archivio formatosi in precedenza.

Giovedì 3 ottobre – h.20.30 – 22.30

“Abbiamo le ore contate”

“Come le ore contate?”

“I minuti , 60 minuti e tutto questo non ci sarà più”.

Due personaggi vivono come sospesi nel tempo tra cumuli di rottami dei quali si prendono cura da sempre. Tenutari inconsapevoli delle storie che negli anni hanno attraversato quel luogo che a breve smetterà di esistere, cercano di resistere a chi non li considera più utili. Un viaggio surreale e onirico nella memoria storica della cooperativa attraverso le parole, le esperienze e il vissuto di chi la cooperativa la vive tutti i giorni. Giorda e Dell’Accio sono gli alter-ego di infiniti personaggi che si intrecciano in una narrazione cronistica e onirica allo stesso tempo. “E a noi dove ci metteranno, nei rottami?” “No tranquillo, noi andiamo negli ingombranti”

Uno spettacolo teatrale ideato per l’occasione e interpretato da Francesco Giorda e Stefano Dell’Accio.

A cura di Rete 14 luglio

Concerto dell’orchestra infantile e giovanile “Musica Libera Tutti – Pratiche quotidiane per crescere insieme a Scampia a suon di musica” che, ispirandosi al “sistema Abreu” per un’educazione musicale pubblica, diffusa e capillare, con accesso gratuito e libero per bambini e fanciulli di tutti i ceti sociali, utilizza la musica come strumento di aggregazione sociale e crescita culturale a Scampia.

Hanno collaborato all’organizzazione l’associazione AQUAS (Animazione QUArtiere Scampia)

Scuole, biblioteche, strutture sanitarie, case del quartiere e molto altro: strutture che, al di là della vocazione originaria, diventano luoghi di aggregazione della comunità grazie alla collaborazione di istituzioni, enti di terzo settore e cittadini.

Intervengono Michele D’Alena e Ezio Manzini per presentare il libro Fare assieme. Una nuova generazione di servizi pubblici collaborativi, edizioni Egea.

 

Venerdì 4 ottobre – 9.30 – 11.15

Quando si tratta di costruire legami sociali, spesso si ricorre a specifiche figure professionali che agiscono in setting diversi – dagli incontri alle dinamiche quotidiane di territorio.

Come si può operare al meglio in questo ambito? Come si può abilitare le comunità affinché la capacità di connettersi sopravviva alla fine del lavoro del professionista?

L’attività di facilitazione si esplica a diversi livelli:

  • quelli strettamente operativi volti a facilitare gruppi di lavoro, di confronto, di ideazione, in contesti operativi e produttivi, in questo caso le tecniche, sono una risorsa (questo è forse un compito di facilitazione metodologico-operativa);
  • quelli di facilitazione nel disegnare dialogo e avvicinamento tra attori diversi, nel promuovere disponibilità e convergenze verso processi di coprogrammazione, coprogettazione e dialogo per la costruzione di politiche aperte e inclusive (questo è forse un compito di facilitazione politica, su scale locali e territoriali);
  • quelli di facilitazione culturale, di accompagnamento delle transizioni e nella costruzione di coesistenze tra modelli di welfare e di amministrazione, nel sostenere riflessioni plurali e promuovere sperimentazioni e innovazioni (questo è forse un compito di facilitazione nel far evolvere modelli e rappresentazioni).

Hanno collaborato all’organizzazione Pares e CNCA

Si intende approfondire il tema della prossimità applicato nelle aree interne. In tali aree lo spopolamento e la carenza di infrastrutture rendono particolarmente problematica la realizzazione dei servizi pubblici. Anche per questo il territorio si rivela essere un bene comune ove le relazioni interpersonali assurgono a cardine per la costruzione di risposte ai bisogni della comunità. La prossimità in tali contesti, assume dunque un significato peculiare e si manifesta in forme originali e creative.

Interviene Annalisa Spalazzi (Dottoranda in Regional Science and Economic Geography del GSSI, tra le coordinatrici di IT.A.CA, Festival del turismo responsabile)

Partecipano tra gli altri al confronto:

  • Cooperative di comunità tra le quali Briganti del Cerreto, Cerreto Alpi, Reggio Emilia;
  • Servizi sanitari innovativi – telemedicina di prossimità di Calascio, Abruzzo; 
  • Comunità energetiche, tra cui l’esempio di Biccari.

Abitare i territori, le città significa convivere fra persone con esigenze, storie e desideri diversi, che condividono spazi di vita e relazioni sul territorio dove vivono. Bisogni e desideri a volte contrapposti che assieme ad una perdita progressiva della capacità di convivenza e tolleranza fra cittadini, hanno l’effetto di escludere intere fasce di popolazione dagli spazi comuni privandoli non solo del diritto di abitare i territori ma spesso di fruire servizi e avere garanzia dei propri diritti.

Hanno collaborato all’organizzazione CNCA e Forum Droghe

Luoghi, relazioni, benessere, cultura e formazione: il racconto di esperienze e progettualità per la creazione di modelli di rigenerazione “olistica”. Da Scampia a Brescia, le idee che possono diventare sistema.

Intervengono: Aldo Bifulco, Circolo La Gru di Legambiente – Rete Pangea, Gabriela Rodriguez, Istituto Artigianelli di Trento- Scuola Centrale Formazione.

Hanno collaborato all’organizzazione Rete Pangea, Recoop UP, Scuola Centrale Formazione.

Possiamo porre la nostra attenzione al luogo che il corpo occupa? Il laboratorio, intende approfondire l’idea di corpo inteso come strumento creativo di incontro e relazione, come spazio di misurazione delle distanze che intercorrono tra le persone, come dispositivo di nuove pratiche di interazione e relazione.

Hanno collaborato – Fondazione Morra GrecoSpazi AltriDedalus Cooperativa sociale

L’idea è di proporre un laboratorio didattico narrato ed inclusivo, dove 3 gruppi di bambini siederanno a 3 tavoli diversi, ogni tavolo inizierà un plastico e lo lascerà “in-compiuto”; quest’ultimo verrà portato a termine in 3 fasi. I 3 gruppi lavoreranno a rotazione su ogni opera, con il risultato di avere 3 plastici ibridi e diversi tra loro, frutto della creatività cooperante dei 3 gruppi.

Artiste e artisti del passato spesso non sono riusciti a vedere le loro opere compiute, ma si sono spesi per la collettività e per un futuro non loro, questa stessa etica accompagnerà i bambini che inizieranno un lavoro per poi portare a termine quello di qualcun altro.

Quali sono i confini di una città? Come rappresentare le città dal punto di vista di chi sta cercando di abitarle? Attraverso il disegno di una mappa, i migranti sono invitati a rappresentare la propria relazione con la città. Il progetto I MIGRANTI MAPPANO L’EUROPA si propone di riscrivere, attraverso lo sguardo e il segno dell’altro, tutte le città attraversate dai migranti, al fine di costruire una mappa europea del presente che porti alla luce il significato e le forme del primo approdo.

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Esposizione delle opere realizzate dagli studenti e dalle studentesse delle scuole della Campania nell’ambito del concorso “Parentele inaspettate”. Le pratiche di prossimità si nutrono dall’incontro con l’altro nella dimensione del ‘noi’, per contaminarsi con storie ed esperienze diverse e talvolta per ribaltare il proprio modo di agire, capace di promuovere un nuovo concetto di generatività, di parentela per ricucire quel capitale umano che resta risorsa disponibile come “bene comune della collettività”. Come ci prendiamo cura del paziente lavoro di tessitura (e ri-tessitura) delle relazioni tra le persone e tra le comunità e i territori che abitano? Come prendersi cura e promuovere le pratiche di sconfinamento dalle proprie consuetudini?

Il gruppo Linguaggi Artistici della Biennale di Prossimità 2024 propone per le tre giornate di eventi a Napoli il progetto-laboratorio di arte pubblica “Glossario della Prossimità”, che prevede il coinvolgimento spontaneo del pubblico alla realizzazione di poster da appendere all’interno dell’Albergo dei Poveri al fine di aprire uno scambio con chi ha fatto esperienza della Biennale e chi abita e attraversa le zone della città interessate dall’evento. L’azione di scambio e condivisione prevede la raccolta e la scrittura di parole, espressioni o pensieri sui molteplici aspetti di prossimità, accoglienza e reciprocità, con l’ambiente circostante, con l’altr* da sé, con la città, attivando concetti che offrono la possibilità di ripensare le nostre forme dell’abitare e di porci in relazione.

All’ingresso dell’Albergo dei Poveri sarà allestito un banchetto di “raccolta e scambio” delle parole sul tema, che saranno trascritte su poster diffusi negli spazi e nelle strutture a loro predisposte, per una continua rimodulazione di significati sul senso di vivere e far vivere i luoghi e le relazioni di prossimità.

Hanno collaborato all’organizzazione Dedalus – cooperativa sociale / Fondazione Morra Greco / sottospazio / CUT – Circuito Urbano Temporaneo / Spazi Altri / Pontinpietra Academy

Itinere (in corso, in via di svolgimento) nasce con l’intenzione di lavorare sul concetto di prossimità come possibilità di trasformare un luogo in spazio.

L’attività si propone come una camminata “libera” all’interno di un ambiente circoscritto, il triangolo tra i luoghi della biennale, in cui il fruitore ha la possibilità di creare il proprio percorso fatto di suggestioni ed emozioni attraverso proposte e interazioni con il territorio e i suoi abitanti.

Archivi domestici nasce con l’intenzione di lavorare sul concetto di prossimità come memoria ovvero opportunità per intessere legami di senso tra il territorio di riferimento, gli abitanti nel loro vivere quotidiano e la comunità.

A tale scopo sarà realizzato un punto fisico gratuito di ascolto e raccolta materiali da archiviare durante i 3 giorni della biennale con un’azione finale collettiva partendo dall’archivio formatosi in precedenza.

Venerdì 4 ottobre – 11.45 – 13.30

Alcune Fondazioni di Comunità stanno reinterpretando il proprio ruolo: si sono poste a fianco dei territori cercando di attivare le energie già presenti e promuovendo pratiche di collaborazione. Le risorse economiche non sono più la leva con cui governare le risposte ai bisogni ma la premessa per sviluppare nel territorio quel patrimonio di relazioni, competenze e reciprocità che rende le comunità più attive e solidali.

Partecipano tra gli altri al confronto Carlo Borgomeo, insieme a Fondazione San Gennaro, Fondazione Comunità Bresciana e Fondazione di Agrigento.
Ha collaborato all’organizzazione il CNCA

I patti educativi di comunità sono uno strumento per creare alleanze tra persone, reti e istituzioni per sostenere i nostri ragazzi e in particolare i più fragili ed hanno dato vita ad esperienze di prossimità in tutto il territorio nazionale che si confrontano nello spazio della Biennale.

Il confornto è introdotto da Fedele Salvatore (presidente CNCA Campania), mentre Angelica Viola (direttivo nazionale CNCA) guida la discussione che coinvolge esperienze di diverse regioni, oltre a tutti i partecipanti al panel:

  1. I patti educativi di comunità a Napoli. Quale continuità? (Francesca D’Onofrio, coop. L’Orsa Maggiore – Napoli)
  2. “Ciascuno cresce solo se sognato”. il PEC del distretto sociale Monterotondo, Mentana e Fonte nuova in provincia di Roma (Angela costantino – Coop. Folias e Giordano Nisticò – coop. Il Pungiglione)
  3. Il “laboratorio di comunità” a Marigliano (Na). Il protagonismo dei ragazzi (ragazzi delle scuole di Marigliano)
  4. La comunità educante Arca di Noè in Barriera di Milano (Erika Mattarella – Liberitutti scs)

Ha collaborato all’organizzazione CNCA Campania 

Si propone un dialogo sul gioco come strumento di prossimità nei contesti urbani attraverso un tavolo di confronto tra educatori pedagogisti e urbanisti per diffondere l’efficacia di una metodologia informale come “giocare” in spazi pubblici e per creare luoghi di socialità, educazione, benessere e cultura per le famiglie i ragazzi e i bambini. 

Partecipano tra gli altri al confronto Michela Peluso, operatori dei Ludobus di diverse città italiane e di Obiettivo Uomo ETS e interlocutori istituzionali. 

In aggiornamento

L’idea è di proporre un laboratorio didattico narrato ed inclusivo, dove 3 gruppi di bambini siederanno a 3 tavoli diversi, ogni tavolo inizierà un plastico e lo lascerà “in-compiuto”; quest’ultimo verrà portato a termine in 3 fasi. I 3 gruppi lavoreranno a rotazione su ogni opera, con il risultato di avere 3 plastici ibridi e diversi tra loro, frutto della creatività cooperante dei 3 gruppi.

Artiste e artisti del passato spesso non sono riusciti a vedere le loro opere compiute, ma si sono spesi per la collettività e per un futuro non loro, questa stessa etica accompagnerà i bambini che inizieranno un lavoro per poi portare a termine quello di qualcun altro.

Quali sono i confini di una città? Come rappresentare le città dal punto di vista di chi sta cercando di abitarle? Attraverso il disegno di una mappa, i migranti sono invitati a rappresentare la propria relazione con la città. Il progetto I MIGRANTI MAPPANO L’EUROPA si propone di riscrivere, attraverso lo sguardo e il segno dell’altro, tutte le città attraversate dai migranti, al fine di costruire una mappa europea del presente che porti alla luce il significato e le forme del primo approdo.

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Esposizione delle opere realizzate dagli studenti e dalle studentesse delle scuole della Campania nell’ambito del concorso “Parentele inaspettate”. Le pratiche di prossimità si nutrono dall’incontro con l’altro nella dimensione del ‘noi’, per contaminarsi con storie ed esperienze diverse e talvolta per ribaltare il proprio modo di agire, capace di promuovere un nuovo concetto di generatività, di parentela per ricucire quel capitale umano che resta risorsa disponibile come “bene comune della collettività”. Come ci prendiamo cura del paziente lavoro di tessitura (e ri-tessitura) delle relazioni tra le persone e tra le comunità e i territori che abitano? Come prendersi cura e promuovere le pratiche di sconfinamento dalle proprie consuetudini?

Il gruppo Linguaggi Artistici della Biennale di Prossimità 2024 propone per le tre giornate di eventi a Napoli il progetto-laboratorio di arte pubblica “Glossario della Prossimità”, che prevede il coinvolgimento spontaneo del pubblico alla realizzazione di poster da appendere all’interno dell’Albergo dei Poveri al fine di aprire uno scambio con chi ha fatto esperienza della Biennale e chi abita e attraversa le zone della città interessate dall’evento. L’azione di scambio e condivisione prevede la raccolta e la scrittura di parole, espressioni o pensieri sui molteplici aspetti di prossimità, accoglienza e reciprocità, con l’ambiente circostante, con l’altr* da sé, con la città, attivando concetti che offrono la possibilità di ripensare le nostre forme dell’abitare e di porci in relazione.

All’ingresso dell’Albergo dei Poveri sarà allestito un banchetto di “raccolta e scambio” delle parole sul tema, che saranno trascritte su poster diffusi negli spazi e nelle strutture a loro predisposte, per una continua rimodulazione di significati sul senso di vivere e far vivere i luoghi e le relazioni di prossimità.

Hanno collaborato all’organizzazione Dedalus – cooperativa sociale / Fondazione Morra Greco / sottospazio / CUT – Circuito Urbano Temporaneo / Spazi Altri / Pontinpietra Academy

Itinere (in corso, in via di svolgimento) nasce con l’intenzione di lavorare sul concetto di prossimità come possibilità di trasformare un luogo in spazio.

L’attività si propone come una camminata “libera” all’interno di un ambiente circoscritto, il triangolo tra i luoghi della biennale, in cui il fruitore ha la possibilità di creare il proprio percorso fatto di suggestioni ed emozioni attraverso proposte e interazioni con il territorio e i suoi abitanti.

Archivi domestici nasce con l’intenzione di lavorare sul concetto di prossimità come memoria ovvero opportunità per intessere legami di senso tra il territorio di riferimento, gli abitanti nel loro vivere quotidiano e la comunità.

A tale scopo sarà realizzato un punto fisico gratuito di ascolto e raccolta materiali da archiviare durante i 3 giorni della biennale con un’azione finale collettiva partendo dall’archivio formatosi in precedenza.

Venerdì 4 ottobre – 15.00 – 16.45

In una fase storica di profondo smarrimento, stiamo organizziamo il presente come riproposizione del passato. Ma le ricette degli ultimi decenni ci stanno portando sul baratro. Per questo abbiamo bisogno di tornare ad immaginare un futuro che possa essere cambiato, un futuro desiderabile. Coltivare un futuro desiderabile significa prendersi cura del lavoro di tessitura di relazioni, confrontarsi con gli sguardi più innovativi, aprire a prospettive divergenti. Perché il futuro è un prodotto culturale collettivo, perché prossimo è anche chi viene dopo di noi…

Partecipano tra gli altri al confronto Vincenza Pellegrino (sociologa, Università di Parma), Laura Marmorale (Mediterranea Saving Human), Tommaso Salaroli (Scomodo), Massimo Ruggeri (CNCA).

Ha collaborato all’organizzazione il CNCA

Come le pratiche di prossimità possono generare Comunità sostenibili e solidali?

Il focus del panel è il contrasto alle povertà energetiche, materiali ed economiche attraverso pratiche di prossimità, welfare comunitario e processi partecipativi di condivisione energetica.

A partire dalle esperienze di Comunità Energetiche e Solidali si intende dare vita a un momento di confronto tra pratiche, esperienze e le Fondazioni filantropiche.

Hanno collaborato all’organizzazione Legacoop e Legambiente.

Il panel intende affrontare il modo in cui la prossimità può ibridare, orientare e supportare le comunità digitali. Per un verso le tecnologie consentono di abbattere le distanza e creare connessioni e interazioni impensabili alcuni anni addietro. D’altro canto, però, le strumentazioni informatiche rischiano di creare ulteriori filtri, barriere, contrapposizioni ed esclusioni. Da qui la necessità di approfondire il modo in cui la prossimità può essere determinante per dare umanità alle interazioni e alle realtà digitali.

Interviene Ezio Manzini – Designer per la sostenibilità.

Partecipano tra gli altri al confronto FirstLife e CommonsHood

L’idea del laboratorio nasce dalla riflessione sulla parola “pubblico” associata al concetto di spazio, precisamente dalla domanda: Quanto è pubblico il nostro spazio? Appartiene a chi lo attraversa e a chi lo abita? Si può costruire attraverso processi partecipativi? Da qui si partirà per dialogare con le studentesse e gli studenti dell’Accademia di Belle Arti che prenderanno parte al progetto.

L’idea è di proporre un laboratorio didattico narrato ed inclusivo, dove 3 gruppi di bambini siederanno a 3 tavoli diversi, ogni tavolo inizierà un plastico e lo lascerà “in-compiuto”; quest’ultimo verrà portato a termine in 3 fasi. I 3 gruppi lavoreranno a rotazione su ogni opera, con il risultato di avere 3 plastici ibridi e diversi tra loro, frutto della creatività cooperante dei 3 gruppi.

Artiste e artisti del passato spesso non sono riusciti a vedere le loro opere compiute, ma si sono spesi per la collettività e per un futuro non loro, questa stessa etica accompagnerà i bambini che inizieranno un lavoro per poi portare a termine quello di qualcun altro.

Con lo spettacolo interattivo TDT (Teatro Dentro Tutti®) proposto dal gruppo Il Teatro dell’ Anima ® “Il Mistero dei Cinque Alberi” liberamente ispirato al racconto “ D’un tratto nel folto del bosco” dello scrittore Amos Oz , si vuole indagare il tema del diverso e più in generale dell’altro. Di come basta essere un poco diversi dall’altro per essere additati come strani ed ammalati di “nitrillo”, una malattia sconosciuta del quale si teme di essere contagiati e per evitare ciò si preferisce isolare chi n’è affetto. Soltanto con il dialogo e con il parlarsi si possono superare le incomprensioni e riconoscersi sia nelle diversità che nelle somiglianze.

Quali sono i confini di una città? Come rappresentare le città dal punto di vista di chi sta cercando di abitarle? Attraverso il disegno di una mappa, i migranti sono invitati a rappresentare la propria relazione con la città. Il progetto I MIGRANTI MAPPANO L’EUROPA si propone di riscrivere, attraverso lo sguardo e il segno dell’altro, tutte le città attraversate dai migranti, al fine di costruire una mappa europea del presente che porti alla luce il significato e le forme del primo approdo.

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Esposizione delle opere realizzate dagli studenti e dalle studentesse delle scuole della Campania nell’ambito del concorso “Parentele inaspettate”. Le pratiche di prossimità si nutrono dall’incontro con l’altro nella dimensione del ‘noi’, per contaminarsi con storie ed esperienze diverse e talvolta per ribaltare il proprio modo di agire, capace di promuovere un nuovo concetto di generatività, di parentela per ricucire quel capitale umano che resta risorsa disponibile come “bene comune della collettività”. Come ci prendiamo cura del paziente lavoro di tessitura (e ri-tessitura) delle relazioni tra le persone e tra le comunità e i territori che abitano? Come prendersi cura e promuovere le pratiche di sconfinamento dalle proprie consuetudini?

Il gruppo Linguaggi Artistici della Biennale di Prossimità 2024 propone per le tre giornate di eventi a Napoli il progetto-laboratorio di arte pubblica “Glossario della Prossimità”, che prevede il coinvolgimento spontaneo del pubblico alla realizzazione di poster da appendere all’interno dell’Albergo dei Poveri al fine di aprire uno scambio con chi ha fatto esperienza della Biennale e chi abita e attraversa le zone della città interessate dall’evento. L’azione di scambio e condivisione prevede la raccolta e la scrittura di parole, espressioni o pensieri sui molteplici aspetti di prossimità, accoglienza e reciprocità, con l’ambiente circostante, con l’altr* da sé, con la città, attivando concetti che offrono la possibilità di ripensare le nostre forme dell’abitare e di porci in relazione.

All’ingresso dell’Albergo dei Poveri sarà allestito un banchetto di “raccolta e scambio” delle parole sul tema, che saranno trascritte su poster diffusi negli spazi e nelle strutture a loro predisposte, per una continua rimodulazione di significati sul senso di vivere e far vivere i luoghi e le relazioni di prossimità.

Hanno collaborato all’organizzazione Dedalus – cooperativa sociale / Fondazione Morra Greco / sottospazio / CUT – Circuito Urbano Temporaneo / Spazi Altri / Pontinpietra Academy

Itinere (in corso, in via di svolgimento) nasce con l’intenzione di lavorare sul concetto di prossimità come possibilità di trasformare un luogo in spazio.

L’attività si propone come una camminata “libera” all’interno di un ambiente circoscritto, il triangolo tra i luoghi della biennale, in cui il fruitore ha la possibilità di creare il proprio percorso fatto di suggestioni ed emozioni attraverso proposte e interazioni con il territorio e i suoi abitanti.

Archivi domestici nasce con l’intenzione di lavorare sul concetto di prossimità come memoria ovvero opportunità per intessere legami di senso tra il territorio di riferimento, gli abitanti nel loro vivere quotidiano e la comunità.

A tale scopo sarà realizzato un punto fisico gratuito di ascolto e raccolta materiali da archiviare durante i 3 giorni della biennale con un’azione finale collettiva partendo dall’archivio formatosi in precedenza.

Venerdì 4 ottobre – 17.15 – 19.00

Il concetto di prossimità è associato al percorso Buy Wisely in termini di necessità di riavvicinamento tra le imprese sociali no profit di inserimento lavorativo (WISEs) e le imprese profit tradizionali (MBs); tra mercato del lavoro e disoccupati che hanno difficoltà ad inserirsi; tra soggetti che offrono lavoro e soggetti che offrono supporto per la realizzazione del lavoro stesso. Questo panel di discussione rappresenta un’occasione per acquisire e implementare suggestioni da portare in sedi di confronto con le parti interessate regionali e nazionali.

Discutiamo di:

  • aumentare la consapevolezza dei valori aggiunti dei mercati B2B “buy social” e delle imprese sociali nei confronti delle aziende profit;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle aziende profit per sostenere i percorsi di crescita/riqualificazione di persone svantaggiate per facilitare il loro accesso al mercato del lavoro ordinario;
  • sviluppare partenariati nazionali e transazionali attraverso azioni concrete che partono con la raccolta e la diffusione di buone pratiche per il rafforzamento della sostenibilità e dell’impatto a lungo termine dei risultati della collaborazione commerciale tra enti profit e no profit.

Di coprogettazione si parla molto da più punti di vista, ma durante la Biennale al centro vi è una domanda: in che modo e a quali condizioni questi strumenti possono costruire nuovi legami di prossimità, fiducia tra soggetti diversi, legami tra soggetti organizzati e comunità?

Hanno collaborato all’organizzazione Fondazione EOS.

Intervengono Marco Brunod, Fabio Pagano, direttore del Parco archeologico dei Campi Flegrei e Barbara Di Tommaso, delle reti QuBì di Milano.

Partecipano tra gli altri al confronto Gianfranco Marocchi, Graziano Maino e Marco Cau.

Gli interventi nelle carceri sia all’interno che verso misure alternative alla detenzione. Il panel si propone di riportare esperienze di prossimità realizzate sia all’interno delle carceri italiane per ridurre la sofferenza della detenzione, tentare percorsi di rielaborazione della propria esperienza e di recupero di competenze, sia verso l’attuazione di misure alternative di tipo terapeutico (in strutture tipo comunità) e programmi di inclusione sociale tesi a sostenere e valorizzare le competenze sul modello dell’empowerment. Tali azioni si configurano come azioni di rigenerazione delle relazioni e dei territori visto l’impatto sugli stigmi e i programmi di inclusione sociale che coinvolgono l’insieme delle dinamiche delle comunità urbane.

Hanno collaborato all’organizzazione Forum Droghe e i Missionari Vincenziani

Il laboratorio “la prossimità dell’intercultura: costruire attraverso la condivisione” è pensato da un gruppo di ricerca multidisciplinare del Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università di Genova, formato da filosofe/i, linguiste e psicologhe. Il laboratorio si pone l’obiettivo di costruire conoscenze attraverso la condivisione di esperienze, riflessioni e vissuti. In particolare, a partire da una tecnica propria della Ricerca Azione Partecipata, il World cafè, alle e ai partecipanti verrà chiesto di mettersi in gioco e riflettere su alcuni temi significativi per la Biennale della Prossimità, relativi a migrazioni, intercultura, multiculturalismo e accoglienza, il tutto in un ambiente informale, di ascolto reciproco e partecipativo!

Si informa che per raggiungere l’obiettivo sopra descritto, tra gli strumenti si prevede anche l’uso del registratore.

I dati saranno trattati in forma totalmente anonima e per soli scopi di ricerca e pubblicazioni scientifiche.

L’idea è di proporre un laboratorio didattico narrato ed inclusivo, dove 3 gruppi di bambini siederanno a 3 tavoli diversi, ogni tavolo inizierà un plastico e lo lascerà “in-compiuto”; quest’ultimo verrà portato a termine in 3 fasi. I 3 gruppi lavoreranno a rotazione su ogni opera, con il risultato di avere 3 plastici ibridi e diversi tra loro, frutto della creatività cooperante dei 3 gruppi.

Artiste e artisti del passato spesso non sono riusciti a vedere le loro opere compiute, ma si sono spesi per la collettività e per un futuro non loro, questa stessa etica accompagnerà i bambini che inizieranno un lavoro per poi portare a termine quello di qualcun altro.

Quali sono i confini di una città? Come rappresentare le città dal punto di vista di chi sta cercando di abitarle? Attraverso il disegno di una mappa, i migranti sono invitati a rappresentare la propria relazione con la città. Il progetto I MIGRANTI MAPPANO L’EUROPA si propone di riscrivere, attraverso lo sguardo e il segno dell’altro, tutte le città attraversate dai migranti, al fine di costruire una mappa europea del presente che porti alla luce il significato e le forme del primo approdo.

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Esposizione delle opere realizzate dagli studenti e dalle studentesse delle scuole della Campania nell’ambito del concorso “Parentele inaspettate”. Le pratiche di prossimità si nutrono dall’incontro con l’altro nella dimensione del ‘noi’, per contaminarsi con storie ed esperienze diverse e talvolta per ribaltare il proprio modo di agire, capace di promuovere un nuovo concetto di generatività, di parentela per ricucire quel capitale umano che resta risorsa disponibile come “bene comune della collettività”. Come ci prendiamo cura del paziente lavoro di tessitura (e ri-tessitura) delle relazioni tra le persone e tra le comunità e i territori che abitano? Come prendersi cura e promuovere le pratiche di sconfinamento dalle proprie consuetudini?

Il gruppo Linguaggi Artistici della Biennale di Prossimità 2024 propone per le tre giornate di eventi a Napoli il progetto-laboratorio di arte pubblica “Glossario della Prossimità”, che prevede il coinvolgimento spontaneo del pubblico alla realizzazione di poster da appendere all’interno dell’Albergo dei Poveri al fine di aprire uno scambio con chi ha fatto esperienza della Biennale e chi abita e attraversa le zone della città interessate dall’evento. L’azione di scambio e condivisione prevede la raccolta e la scrittura di parole, espressioni o pensieri sui molteplici aspetti di prossimità, accoglienza e reciprocità, con l’ambiente circostante, con l’altr* da sé, con la città, attivando concetti che offrono la possibilità di ripensare le nostre forme dell’abitare e di porci in relazione.

All’ingresso dell’Albergo dei Poveri sarà allestito un banchetto di “raccolta e scambio” delle parole sul tema, che saranno trascritte su poster diffusi negli spazi e nelle strutture a loro predisposte, per una continua rimodulazione di significati sul senso di vivere e far vivere i luoghi e le relazioni di prossimità.

Hanno collaborato all’organizzazione Dedalus – cooperativa sociale / Fondazione Morra Greco / sottospazio / CUT – Circuito Urbano Temporaneo / Spazi Altri / Pontinpietra Academy

Itinere (in corso, in via di svolgimento) nasce con l’intenzione di lavorare sul concetto di prossimità come possibilità di trasformare un luogo in spazio.

L’attività si propone come una camminata “libera” all’interno di un ambiente circoscritto, il triangolo tra i luoghi della biennale, in cui il fruitore ha la possibilità di creare il proprio percorso fatto di suggestioni ed emozioni attraverso proposte e interazioni con il territorio e i suoi abitanti.

Archivi domestici nasce con l’intenzione di lavorare sul concetto di prossimità come memoria ovvero opportunità per intessere legami di senso tra il territorio di riferimento, gli abitanti nel loro vivere quotidiano e la comunità.

A tale scopo sarà realizzato un punto fisico gratuito di ascolto e raccolta materiali da archiviare durante i 3 giorni della biennale con un’azione finale collettiva partendo dall’archivio formatosi in precedenza.

Venerdì 4 ottobre – 19.30 – 22.30

Il Frente Murguero Campano nasce dall’unione dei gruppi di Murga di tutta la Campania. La Murga è una forma di teatro di strada che coniuga musica, danza e recitazione, molto vicina alla tradizione della giocoleria, con una forte connotazione satirica e parodistica. Rappresenta la lotta sociale degli schiavi nelle movenze, negli abiti, nelle parate e nelle canzoni di critica. Rappresenta il rovesciamento del potere costituito che trovava libera espressione nel carnevale. Ogni volta che suona e balla, la Murga racconta delle catene (Rumba) e della lotta per liberarsene (i tre salti-aguante!), si fa beffa dei padroni indossando abiti eleganti… a rovescio, e si fa spazio per la strada andando in parata come un esercito disordinato, buffo e rumoroso.

Cibo e cultura al Rione Sanità

La convivialità è una delle principali caratteristiche della Biennale della Prossimità. Per questo ogni edizione ha avuto la sua “cena di strada”. Ma Napoli è speciale e restare seduti in un solo posto sarebbe stato riduttivo.

La serata è dedicata al Rione Sanità: un luogo che grazie a pratiche di prossimità è tornato a raccontare a tutti le sue meraviglie. Accompagnati da guide del luogo, avremo la possibilità di passeggiare insieme (divisi in gruppi) e visitare tre splendidi luoghi d’arte: La Chiesa si Sant’Aspreno che ospita lo Jago Museum, la chiesa di Santa Maria Maddalena ai Cristallini e la Basilica di Santa Maria della Sanità. In questi luoghi, oltre a sorprendenti incontri, avremo la possibilità di mangiare alcune pietanze tipiche del luogo.

Sabato 5 ottobre – 9.30 – 11.15

Laboratorio spettacolo di Baracca dei Buffoni/MORKS. Uno spettacolo che diventa percorso di formazione e avvicinamento delle nuove generazione al mondo del circo. Gli spettatori oltre ad assistere alla performance useranno attrezzi tipici dello spettacolo di circo (palline, clave, trampoli, rola bola, etc…). Laboratorio e spettacolo di circo per bambini dedicato alla sperimentazione delle discipline circensi attraverso la motricità e il gioco. Nel corso dello spettacolo laboratorio verranno presentate le diverse discipline del circo e i rispettivi oggetti per farli conoscere, scoprire e sperimentare agli spettatori. Si spazia da giochi sulla conoscenza del gruppo all’uso della giocoleria per sviluppare le proprie abilità e la coordinazione.

La prossimità ha una precisa dimensione politica e culturale nella misura in cui – partendo dai bisogni, dai diritti e dalle aspirazioni delle persone e delle comunità – immagina e costruisce una realtà differente. Tessere relazioni, rigenerare luoghi e territori, prendersi cura delle comunità e dei diritti delle persone: possono essere pratiche di prossimità che trasformano la realtà, possono essere un’esperienza di rilettura ed attualizzazione della rivoluzione basagliana.

Hanno collaborato:

Cooperativa Sociale Dedalus e CNCA

Partecipano tra gli altri alla discussione:

  • Viola Ardone (scrittrice);
  • Noemi Satta (esperta di innovazione culturale);
  • Andrea Morniroli (cooperativa Dedalus);
  • Massimo Ruggeri (CNCA);
  • Letture di Marialuisa Firpo (attrice) 

Futuro presente. 10 anni di editoria partecipata di NewFabric.

Nei libri pubblicati in questi ultimi 10 anni l’editore Pacini con la collana NewFabric ha scandagliato pratiche innovative in tutto il paese, incontrando in questo viaggio anche molti esempi significativi di prossimità. La Biennale è l’occasione per riunirli e proporre delle riflessioni a partire dalle esperienze e dalla loro voce.

Molte le pratiche raccontate, che rappresenteranno lo spunto per un lavoro partecipato che coinvolgerà i presenti.

Luca Bizzarri spazierà tra alcune pratiche di rigenerazione socio-culturale: l’esperienza del bando Print, la Rete delle case di quartiere (Torino) e la Scatola di latta (Lecce).

Stefano Martello parlerà della “comunicazione lenta” al servizio della sostenibilità dove il tasso di polarizzazione è pronunciato e i pubblici sono tanti e variegati, mentre Angelo Buonomo ripercorrerà alcune pratiche di economia civile.

 

Ha collaborato a questo panel Luca Bizzarri, Pacini Editore.

L’obiettivo del tavolo di lavoro è redigere un documento aperto e partecipato per riproporre con forza la questione del lavoro sociale, stretto tra la fascinazione per la prossimità e una sempre più marcata diffusione di modelli di servizio standardizzati e spersonalizzati.

Hanno collaborato all’organizzazione Legacoopsociali, Gianfranco Marocchi e Georges Tabacchi.

La gentrificazione è un fenomeno urbano che comporta la trasformazione socio-economica di un’area. A Napoli, questo processo sta portando a cambiamenti significativi nelle dinamiche economiche, nel tessuto sociale e nella valorizzazione culturale, con impatti sia positivi che negativi. Comprendere questo fenomeno è fondamentale per affrontare le sfide future e cercare soluzioni nuove.

Partiamo dall’ipotesi che una collaborazione efficace tra esperti di creazione di comunità, urbanistica, sociologia, economia e rappresentanti istituzionali possa effettivamente produrre soluzioni pratiche e innovative per la gestione della convivenza tra comunità temporanee e permanenti. Si presuppone che con un approccio pluridisciplinare si possano rivelare nuove vie per rendere sostenibile l’interazione tra le diverse fasce della popolazione urbana.

Il Keynote speaker avrà il compito di trattare in breve l’argomento con esempi e buone prassi italiane e globali.

discussant proporranno approfondimenti e brevi messe a fuoco di “microtemi” attinenti al tema principale, di aspetti particolarmente interessanti toccati nel corso dell’intervento principale, tentando di stabilire connessioni con ambiti, progetti e saperi affini, anche “contestualizzando” il tema.

Il panel inoltre sarà aperto da una call to action interattiva rivolta direttamente al pubblico, con domande e sondaggi istantanei lanciati ad hoc per animare la discussione.

Ha collaborato: 

Project Ahead e Confcooperative campania

Agenda:

9.30 – 9.35: Accoglienza.

9.35 – 9.45: Introduzione – Moderatore: Marco Traversi (PJA) 

9:45: Call to action interattiva per il pubblico: es. che cos’è la gentrification (PJA)

9:50: Pitch su gentrification (PJA) + Pitch su risultati del workshop di co-design

9:55 – 10:10Keynote Speaker – Davide Agazzi (Co-founder di FROM)

10:10 – 10:15Discussant – Maria Cerreta (Estimo e valutazione – Dipartimento di Architettura (DiARC)- UNINA)

10:15 – 10:35:  Discussant – Laura Lieto (Vicesindaco e Assessore all’Urbanistica)

10:35 – 11:00: Interventi interattivi del pubblico (domande, sondaggi, proposte)

11:00 – 11:15: Chiusura

Quali sono i confini di una città? Come rappresentare le città dal punto di vista di chi sta cercando di abitarle? Attraverso il disegno di una mappa, i migranti sono invitati a rappresentare la propria relazione con la città. Il progetto I MIGRANTI MAPPANO L’EUROPA si propone di riscrivere, attraverso lo sguardo e il segno dell’altro, tutte le città attraversate dai migranti, al fine di costruire una mappa europea del presente che porti alla luce il significato e le forme del primo approdo.

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Esposizione delle opere realizzate dagli studenti e dalle studentesse delle scuole della Campania nell’ambito del concorso “Parentele inaspettate”. Le pratiche di prossimità si nutrono dall’incontro con l’altro nella dimensione del ‘noi’, per contaminarsi con storie ed esperienze diverse e talvolta per ribaltare il proprio modo di agire, capace di promuovere un nuovo concetto di generatività, di parentela per ricucire quel capitale umano che resta risorsa disponibile come “bene comune della collettività”. Come ci prendiamo cura del paziente lavoro di tessitura (e ri-tessitura) delle relazioni tra le persone e tra le comunità e i territori che abitano? Come prendersi cura e promuovere le pratiche di sconfinamento dalle proprie consuetudini?

Il gruppo Linguaggi Artistici della Biennale di Prossimità 2024 propone per le tre giornate di eventi a Napoli il progetto-laboratorio di arte pubblica “Glossario della Prossimità”, che prevede il coinvolgimento spontaneo del pubblico alla realizzazione di poster da appendere all’interno dell’Albergo dei Poveri al fine di aprire uno scambio con chi ha fatto esperienza della Biennale e chi abita e attraversa le zone della città interessate dall’evento. L’azione di scambio e condivisione prevede la raccolta e la scrittura di parole, espressioni o pensieri sui molteplici aspetti di prossimità, accoglienza e reciprocità, con l’ambiente circostante, con l’altr* da sé, con la città, attivando concetti che offrono la possibilità di ripensare le nostre forme dell’abitare e di porci in relazione.

All’ingresso dell’Albergo dei Poveri sarà allestito un banchetto di “raccolta e scambio” delle parole sul tema, che saranno trascritte su poster diffusi negli spazi e nelle strutture a loro predisposte, per una continua rimodulazione di significati sul senso di vivere e far vivere i luoghi e le relazioni di prossimità.

Hanno collaborato all’organizzazione Dedalus – cooperativa sociale / Fondazione Morra Greco / sottospazio / CUT – Circuito Urbano Temporaneo / Spazi Altri / Pontinpietra Academy

Itinere (in corso, in via di svolgimento) nasce con l’intenzione di lavorare sul concetto di prossimità come possibilità di trasformare un luogo in spazio.

L’attività si propone come una camminata “libera” all’interno di un ambiente circoscritto, il triangolo tra i luoghi della biennale, in cui il fruitore ha la possibilità di creare il proprio percorso fatto di suggestioni ed emozioni attraverso proposte e interazioni con il territorio e i suoi abitanti.

Archivi domestici nasce con l’intenzione di lavorare sul concetto di prossimità come memoria ovvero opportunità per intessere legami di senso tra il territorio di riferimento, gli abitanti nel loro vivere quotidiano e la comunità.

A tale scopo sarà realizzato un punto fisico gratuito di ascolto e raccolta materiali da archiviare durante i 3 giorni della biennale con un’azione finale collettiva partendo dall’archivio formatosi in precedenza.

Sabato 5 ottobre – 11.45 – 13.30

Plenaria di chiusura

Sabato 5 ottobre – dalle 14.00 

..la festa continua in piazza a Porta Capuana